Dopo
le polemiche dei giorni scorsi, riguardo la definitiva dismissione (peraltro annunciata lo scorso
anno) del progetto Fabbrica Italia da parte di Fiat, l'amministratore
delegato dell'azienda automobilistica Sergio Marchionne risponde alle
accuse attraverso un'intervista a Ezio Mauro,
direttore di Repubblica.
Uno
dei punti cardine del contraddittorio di Marchionne è chiarire che è
corretto asserire che Fiat non abbia investito recentemente in
Italia, visto che è stato speso un miliardo di euro per lo
stabilimento Maserati in Bertone, oltre agli 800 milioni di
Pomigliano d'Arco, utilizzati per introdurre la produzione della nuova
Panda.
Lo stabilimento di Mirafiori (foto d'archivio) |
Naturalmente
tutto questo non dà risposta alle domande che – a nostro parere –
dovrebbero essere più specifiche (invece che sparate a casaccio)
sullo stabilimento di Mirafiori (per il quale investimenti sono stati
prima annunciati, poi ritrattati, poi nuovamente confermati, e così
via) o altre fabbriche che al momento attuale non prevedono la
produzione di nuovi modelli (almeno nel medio termine).
Nuova Fiat Panda Natural Power, verrà presentata al Salone di Parigi 2012 |
Oltre
a ciò, spiega Marchionne, gli altri investimenti del Gruppo
Fiat-Chrysler sono stati orientati ai mercati in crescita, Brasile e
Cina in
primis
(come pubblicato in un articolo dal sito Quattroruote.it),
dato che la bassa congiuntura italiana – ed europea – non accenna
a migliorare, né ci sono segni di miglioramento per il prossimo
anno.
“Ma la rinuncia
a nuovi modelli” da parte di Fiat “ non è una resa, una rinuncia
al mestiere e a stare sul mercato?” incalza Mauro nella sua
intervista. "Con un modello nuovo, nelle condizioni di oggi,
magari avrei venduto trentamila macchine di più, glielo concedo. Ma
magari, mi conceda lei, avrei perso due miliardi di più" è la
stringata e realistica risposta di Marchionne, alla quale è
difficile obiettare numeri alla mano (soprattutto in considerazione
dell'eredità lasciata dagli amministratori precedenti del gruppo
automobilistico.
In breve, quello
che dice Marchionne è che lanciare modelli d'auto nuovi in mercati
dove la domanda è estremamente bassa, come Italia ed Europa è
controproducente (l'investimento non avrebbe il ritorno necessario),
mentre è vitale guadagnare soldi dove i mercati sono più in salute
(Brasile, USA, Cina), per essere in grado – come gruppo – di
superare il momento difficile del vecchio continente.
Qualcuno ha
un'idea migliore, oltre a criticare l'operato di Fiat? Forse
dall'incontro che Marchionne avrà con Mario Monti, Corrado Passera e
Elsa Fornero – sabato 22 settembre – ne uscirà qualcuna, ma ne
dubitiamo.
Di
certo è che anche il direttore di Quattroruote Carlo Cavicchi,
nella sua l'Opinione, sembra avere forti dubbi sul risveglio tardivo di molti, riguardo al
settore automobilistico, tartassato dalle tasse e maltrattato da
tutti, salvo diventare improvvisamente il tema del giorno.
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